Creare obiettivi raggiungibili con il metodo PASER3EF
di Adrian Bradu
di Adrian Bradu

Indice

Se sai dove vuoi andare potresti fallire. Se non lo sai stai fallendo in ogni istante.

Per arrivare da qualsiasi parte bisogna, prima di tutto, determinare dove si vuole andare. Avere una meta in mente metterà il tuo cervello nella condizione di trovare nell’ambiente esterno ma anche dentro di te le risorse per portarti a dove stai puntanto.  In questo articolo ti mostrerò come creare i tuoi obiettivi e come determinare i passi da fare in modo da aumentare al massimo le probabilità che tu riesca a raggiungerli. Il seguente pattern(PASER3EF) è la mia personale creazione in seguito alla fusione di altri Pattern come il Well-Defined Outcomes della PNL e S.M.A.R.T Goals Setting, principi di neuroscienze, terapia cognitivo-comportamentale e teoria dei sistemi. 

Nota bene: il fatto di determinare ciò che si vuole non significa necessariamente che lo otterrai tuttavia sarai molto più vicino di quando tu non lo sia quando i tuoi obiettivi non esistono proprio oppure non rispettano i criteri di progettazione ottimale.

Metodo PASER3EF

Il procedimento per la creazione degli obiettivi è suddiviso in due parti. Nella prima applicheremo i criteri di progettazione ottimale alla definizione dell’obiettivo, nella seconda al processo che impiegherai per raggiungere il tuo obiettivo. è fondamentale che tu segua ogni procedimento passo per passo.

Obiettivi ben formati

1. Positivo

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Qual è il tuo obiettivo? Cosa vuoi raggiungere? Il primo passo consiste nel definire l’obiettivo in TERMINI POSITIVI. Utilizzare una cornice negativa incoraggia il tuo inconscio a creare quello che non vorresti. Se tu cancellassi un problema e potessi sostituirlo con qualcosa di positivo che cosa sarebbe? Descrivilo. Esempi di obiettivi negativi: Voglio che gli altri non mi prendano in giro. Non voglio sentirmi triste. Voglio che X non mi manchi di rispetto. Non voglio più mangiare così tanto. Ristrutturazione utilizzando una cornice positiva: Voglio che gli altri mi rispettino. Voglio sentirmi felice. Voglio che x mi rispetti. Voglio mangiare il giusto.

2.Autoreferenziale

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Voglio che gli altri mi rispettino NON è un obiettivo autoreferenziale perché non specifica cosa puoi fare TU per essere rispettato. Applicando il criterio dell’autoreferenzialità all’obiettivo potremmo ristrutturarlo come: Voglio apprendere le modalità di comunicazione con i miei colleghi per riuscire a lavorare senza che venga distratto e trasmettere loro un senso di fiducia e autonomia nello svolgimento delle mansioni. Ogni obiettivo deve avere al centro la domanda: Cosa posso fare IO per raggiungere i miei scopi. Anche quando l’obiettivo implica una reazione da parte di un’altra persona o gruppo la domanda deve essere sempre posta da una posizione di autoreferenzialità: cosa posso fare io affinché la persona/gruppo abbia questo comportamento?

3. Specificità sensoriale

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a. Rappresentazioni esterne

La domanda da porsi per eslorare la modalità visiva: Cosa vedrò esattamente con i miei occhi una volta raggiunto l’obiettivo? Come farò a sapere visivamente che ho raggiunto l’obiettivo? Dove mi trovo? Cosa ho intorno? Cosa sto vedendo? Sii il più specifico possibile.

 
Poi bisogna indagare la modalità auditiva: cosa sentirò una volta raggiunto l’obiettivo? Che suoni, voci mi circondano, da dove provengono, che intensità hanno? Chi mi sta parlando, oppure se sei tu a parlare, con chi stai parlando? Che tono hai?

 
Infine bisogna esplorare la modalità cinestesica? Che sensazioni mi arrivano da fuori, cosa sento sul mio corpo? In che posizione è il mio corpo? Facciamo un esempio. Nel caso il tuo obiettivo fosse: Estinguere il mio debito con la banca. Visivamente potresti visualizzare di vedere le carte dove c’è scritto che il tuo debito è estinto, inoltre puoi visualizzare il calendario del tuo telefono che indica una data, di che giorno si tratta. Puoi inoltre vedere il volto di uno o più famigliari che ti hanno sostenuto in questo. L’espressione che hanno ecc. Auditivamente potresti sentire te che dice con voce molto gioiosa: FINAMENTE CA^^^^ C’è l’ho FATTA!

b. Rappresentazioni interne

Come faro a sapere a livello di immagini interne che ho raggiunto l’obiettivo? Cosa vedo nella mia mente? 

 

Parlando di suoni. Cosa sento dentro di me? Mi sto parlando? Se si, da dove arriva la voce, cosa mi sta dicendo, con quale tonalità, timbro, volume? Infine cosa sto provando nel mio corpo?

 

 La sensazione dove nasce, ruota, pulsa, ha una temperatura ecc. Queste domande potrebbero sembrarti strane ma sono IMPORTANTISSIME tante importante quanto quelle esterne.

4. Controllo ecologico 1

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Dopo aver specificato l’obiettivo in termini di positività, autoreferenzialità e specificità bisogna chiedersi: C’è qualche parte di me che non vuole che io raggiunga questo obiettivo? C’è qualche elemento interno e esterno che non è d’accordo con le rappresentazioni interne ed esterne del risultato finale.

 

Ti faccio un esempio. Vuoi diventare palestrato e durante la fase della creazione dell’immagine visiva esterna dove vedi te stesso di fronte allo specchio e puoi notare tutte le vene e ogni muscolo ben definito ti rendi conto che hai sempre pensato che la palestra sia cosa da vanitosi e stupidi. QUESTA CONVINZIONE andrà ad alterare ciò che vuoi veramente. Vuoi un bel fisico ma ciò ti renderebbe stupido e vanitoso secondo il tuo obiettivo. Allora DEVI integrare questa critica nell’obiettivo in modo da conciliare i due aspetti. Potresti trovare un punto di definizione muscolare che per te sia comunque appetibile che tu non reputi stupido o eccessivo. Oppure potresti lavorare sulla tua idea che muscoli=stupido. Inoltre devi sempre applicare, ciò che io chiamo: IL CRITERIO DI Realtà. Devi sempre chiederti se ciò che desideri sia, prima di tutto, realizzabile.

Processi ben formati

5. Raccolta di risorse

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Nella prima parte abbiamo definito cosa vogliamo mentre in queste creeremo un piano d’azione rispondendo alla domanda: Cosa devo fare, nello specifico, per raggiungere il mio obiettivo? 

 

Pensa ai passi che devi fare. Sii il più dettagliato possibile. Devi determinare il processo che di porterà dalla situazione attuale a quella desiderata. Individua tutte le risorse interne e esterne di cui puoi aver bisogno per arrivare da dove sei a dove vorresti essere nel modo più specifico. Risorse esterne: ho bisogno di tempo? Sii specifico. Ho bisogno di 12 mesi. Ho bisogno di soldi. Quanti soldi nello specifico. Circa 1000 euro. Ho bisogno dell’aiuto degli amici? Quali amici e in che modo specifico possono aiutarti? Come farai a convincerti di aiutarti?

 

 Risorse interne: ho bisogno di motivarmi ad andare in palestra 6 giorni su 7. COME farei nello specifico a motivarti ad andare nella palestra? Che strategie motivazioni hai? ho bisogno di parlare con sicurezza. Come imparerai a parlare con sicurezza? Che strategie hai per sentirti sicuro? Sii quanto più specifico possibile, questo è molto importante per creare un buon piano. Raccogli tutte le risorse di cui hai bisogno.

 

 Potresti prendere è scrivere al centro: HO BISOGNO DI. Poi creare dei rami e scrivere le risorse. Tutte quelle che ti vengono in mente.

6. Sequenzialità gradualità e reperibilità

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Colloca sulla linea temporale le cose che devi fare rispettando il criterio di sequenzialità e gradualità. Prendi gli obiettivi di prima e organizzali secondo una successione temporale e di difficoltà. Cosa devo per prima?

 

 Ad esempio: prima di andare in palestra devo trovare una palestra e per trovarla devi cercarla. Ciò significa che devi scomporre gli obiettivi lunga una scala continua. Perdere 30kg di peso. Diventa perdere 1kg di peso ogni due settimane per 15 settimane. Esprimersi con sicurezza diventa: esprimermi con sicurezza con le personecon cui sono meno insicuro per poi imparare ad esprimermi con sicurezza con le persone con cui sono molto insicuro. Importante che collochi le cose più facili e immediate prima di quelle che richiederebbero più risorse. Se vuoi andare in palestra porsi come obiettivo quello di andare 6 volte a settimana è stupido se prima andavi 0 volte. Un processo che rispetta il criterio di sequenzialità e gradualità sarebbe: andare 1 volta a settimana per le prime due settimane poi andare due volte a settimana per le prossime due fino ad arrivare a 3 volte a settimana.

 

 La reperibilità si riferisce alle risorse: Per raggiungere il tuo obiettivo x hai determinato che è necessario che tu vada in palestra 1 volta a settimana. Bene. Da dove prenderei il tempo, i soldi e la motivazione per iscriverti ad andare in palestra. Hai concluso che per migliorare il rapporto di coppia avrete un giorno solo per voi. Bene. Come farai ad evitare di essere disturbato da altri fattori in quel giorno, avere i soldi, altre risorse per fare le attività pianificate, ecc. Un obiettivo ben formato, collegato al contesto potrebbe essere: guadagnerò 65.000 € nei prossimi 12 mesi, iniziando da giugno, vendendo corsi di programmazione alle agenzie di formazione per i loro dipendenti. 

 

Aggiungi ai tuoi obiettivi luogo, posizione geografica, persone, il budget, intervallo di tempo e altro. Rendendolo specifico e collegato al contesto fai sì che l’obiettivo sia più raggiungibile per il cervello.

7. Controllo ecologico 2

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Dopo aver stipolato il piano dettagliato da fare applica su di esso il controllo ecologico. Chiediti: c’è quale fattore interno ed esterno che potrebbero ostacolarmi dal fare x? Quando abbiamo applicato il Controllo Ecologico nella fase della Progettazione dell’obiettivo ci siamo chiesti se una cosa la vogliamo adesso dobbiamo chiederci se VOGLIAMO FARE QUELLO CHE SERVE PER OTTENERE CIO’ CHE VOGLIAMO. 

 

Voglio perdere 30kg ma ciò significa seguire una dieta per 3 mesi e contare le calorie e andare in palestra 3 volte a settimana. é una cosa che VOGLIO VERAMENTE? Se noti delle resistenze di qualsiasi tipo ristrutturale in termini di risorse. Il voglio ottenere x ma sono troppo pigro diventa voglio/ ho bisogno di imparare a fare x anche quando non mi sento motivato. Altri tipi di vincoli sul percorso potrebbero riguardare elementi esterni. Per raggiungere x ho bisogno di fare y ma y richiede soldi che io non ho. Questa è una resistenza. Allora chiediti come potresti ottenere x con meno soldi, quasi sempre esistono alternative per raggiungere un risultato in modo diverso.

8. Feedback(Contattori esterni e interni)

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Determina come farai a sapere che stai progredendo nella direzione giusta e nel posto giusto. Devi sapere quali sono gli indicatori del progresso. Prendi un calendario e segna nelle date in cui controllerà gli obiettivi raggiunti. Scrivi in quelle date quello che intendi osservare o aver raggiunto esattamente entro quella data. Questo passo è fondamentale perché ti permette di controllare se la strategia che stai impiegando è efficace.

 

 Nel caso in cui il tuo obiettivo fosse dimagrire potresti segnarli sul calendario il peso che vorresti tra 10 giorni e poi pesarti. Se non hai raggiunto l’obiettivo indaga sulle cause, forse ti sei posto un obiettivo irrealistico oppure non hai seguito il piano. Trasforma ogni critica in risorsa. Pormi obiettivi irrealistici diventa apprendere a pormi un obiettivo in linea con le mie risorse. Includi questi obiettivi all’interno del tuo piano per raffinarlo e determina il prossimo obiettivo da raggiungere e segnalo sul calendario.

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