Funziona davvero la PNL? Cos’è, come si usa e a chi serve.

di Adrian Bradu
di Adrian Bradu

La PNL è una disciplina che opera nell’ambito dell’esperienza soggettiva, il cui obiettivo è quello di utilizzare un insieme di modelli, tecniche e strategie – la cui misura è l’utilità e non la verità– per riorganizzare l’esperienza soggettiva dell’individuo in modo da creare cambiamenti comportamentali.

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Origini della PNL

La PNL nasce in seguito all’analisi e schematizzazione da parte di Richard Bandler e John Grinder del lavoro dei terapeuti più influenti degli anni 70: Fritz Perls e la Terapia della Gestalt, Milton Erickson e l’ipnosi ericksoniana, Virginia Satir e la Terapia Familiare ma anche da alcune aree di studio come la linguistica, la teoria dei sistemi, la psicocibernetica e la psicologia cognitiva e comportamentale.

Significato dell’acronimo PNL

Programmazione– il comportamento è il risultato della combinazione e disposizione in sequenza delle rappresentazioni.  Uno stimolo in entrata viene elaborato e ne deriva una specifica risposta comportamentale.

 

Neuro– ogni comportamento è il risultato di processi neurologici.

 

Linguistica– i processi neurologici possono essere influenzati attraverso i sistemi di comunicazione.

 

In termini più semplici possiamo affermare che la Programmazione Neuro Linguistica ritiene che i comportamenti siano come dei ,, programmi,, i quali esistono solo se esiste la base neurologica del loro funzionamento. Questi programmi possono essere influenzati attraverso i sistemi di comunicazione cioè attraverso le parole, ma anche la comunicazione non verbale e paraverbale.

 

Facciamo un esempio:Marco prova rabbia quando vede Giulia

La rabbia di Marco può essere concepita come un programma che Marco segue. Stimolo Giulia-reazione rabbia. Io posso attraverso le parole cercare di cambiare la rabbia di Marco in qualcosa di diverso come comprensione ecc. Dunque è possibile per me, attraverso la mia comunicazione, di cambiare il programma(comportamento) di Marco.

Influenze importanti:

La Linguistica- Dal come vari terapeuti manipolavano la grammatica per creare schemi linguistici per favorire stati alterati come l’ipnosi ecc.

 

Teoria dei sistemi e la Terapia Familiare-come i sistemi interagiscono e si mantengono. Come I membri nella famiglia interagiscono. Come le parti nell’individuo interagiscono. L’idea del controllo ecologico.

 

Psicologia cognitiva e comportamentale– -identificare schemi comportamentali da cui risultano comportamenti disadattivi. Cercare di cambiare consciamente questi schemi.

Definiamo alcuni termini

Differenza tra strategia, comportamento e modello nella PNL

Comportamento

Ciò che viene fatto per raggiungere un risultato.

Francesco, per prendere 10 in matematica, studia e si esercita tutti i giorni. Claudio, per concentrarsi, chiude gli occhi e stringe la pelle della fronte con le dita della mano sinistra. Alberto, per decidere se vuole il gelato alla fragola o al pistacchio, prima si crea un’immagine della prima possibilità e poi della seconda, le guarda e avverte le sensazioni gustative di entrambe le opzioni; poi si chiede quale delle due gli procura un piacere maggiore, mettendo a confronto le due sensazioni di piacere e infine decide. Quello che voglio sottolineare, ed è FONDAMENTALE, è che il comportamento non è solo ciò che può essere osservato esternamente, ma anche ciò che accade nella testa di una persona, che non può essere immediatamente osservato. L’immaginazione è COMPORTAMENTO. Anche cicatrizzarsi di una ferita sulla pelle è sempre un comportamento che significa che può essere codificato come un ciclo di feedback tra vari elementi cinestesici della pelle.

Strategia

Con tale termine definiamo l’insieme di passi eseguiti per raggiungere un certo risultato. Quali sono, a livello sequenziale, le cose da fare per arrivare da uno stadio A a uno stadio B?

Modello

E’ la schematizzazione della strategia impiegata con l’obiettivo di raggiungere un certo risultato in modo CONSISTENTE.

 

Affinché sia possibile creare un modello abbiamo bisogno di due elementi:

 

1. Di un insieme di elementi strutturali. Gli elementi strutturali sono I mattoni per la costruzione del modello.

 

2. Di una sintassi. La sintassi è l’insieme delle regole o direttive che descrivono il modo di unire tra loro gli elementi strutturali.

 

Prendiamo come esempio il linguaggio. Gli elementi strutturali sono le parole mentre la sintassi sono tutte le regole che ordinano le parole nella frase.

 

Un altro esempio è l’esperienza. Gli elementi strutturali sono le rappresentazioni sensoriali, mentre la sintassi sono le regole che uniscono le rappresentazioni tra loro all’interno di una strategia.

Le variabili

Le variabili sono tutte le cose che possono in qualsiasi momento accadere. Esse, nel comportamento umano è utile concepirle come di due tipi: variabili ambientali e decisionali.


Variabili ambientali– tutto ciò che è possibile fare.


Variabili comportamentali– tutto ciò che tu con le tue risorse PUOI fare.


L’obiettivo della PNL è quello di trasformare quante più variabili ambientali in comportamentali. Ciò significa ampliare il proprio repertorio di strategie in modo da ottenere i risultati desiderati.

Il procedimento in 3 punti

Qualsiasi processo di cambiamento può essere definito, nella sua forma più sintetica come un percorso che si svolge in tre tappe:

 

1. Stato attuale– qual è la mia situazione adesso?

 

2. Stato desiderato– dove voglio arrivare?

 

3. Risorse– cosa devo aggiungere o togliere al mio stato attuale per arrivare allo stato desiderato.

 

Faccio un esempio:
1. Stato attuale- sono sovrappeso:
2. Stato desiderato- voglio avere un peso nella norma
3. Risorse- mi alleno giornalmente e mangio in deficit calorico per tre mesi.

 

Il procedimento in tre punti è la versione estremamente sintetizzata di un processo molto piu’ complesso che tratterò negli articoli successivi.

Presupposti della PNL.

I presupposti possiamo definirli come dei filtri o categorie utili per organizzare la nostra esperienza. Nella Programmazione Neuro Linguistica esiste un insieme di questi filtri, che sono utili da adottare per facilitare il lavoro terapeutico.

1. La mappa non è il territorio

La parola non è la cosa. Comprendere che ciò che noi pensiamo non è la realtà, ma è la NOSTRA REALTÀ e che ognuno ha la sua. La parola amore, pur essendo uguale per tutti perché le lettere sono le stesse, ha, nella testa di ciascuno, un significato diverso. Chi pensando all’amore pensa a una persona specifica, chi pensa che sia un’illusione, chi pensa al proprio cane e tanti saranno i significati quante le persone esposte alla parola-stimolo.

Dunque, accettando il presupposto che la mappa non è il territorio, accetti che gli altri, pur di fronte alle stesse cose, abbiano idee, opinioni e percezioni diverse. È ALLORA COSA FAI? Quando cerchi di capire una persona, non proietti il tuo significato sul loro racconto, ma cerchi di capire che cosa significhi per loro quel determinato elemento del loro vissuto.

2. L’esperienza ha una struttura

Le informazioni che riceviamo vengono codificate e rielaborate in maniera sistematica nel nostro cervello. Se apprendiamo come gli altri codificano le proprie esperienze, potremo porci in relazione con essi e influenzarli con maggiore efficacia. Ad esempio, se capiamo cosa significhi per una persona rilassarsi o essere rilassato, potremmo aiutarla a rilassarsi, secondo le sue modalità, nel caso lo volessimo.

3. Le persone hanno già tutte le risorse di cui hanno bisogno

Questo presupposto afferma che noi abbiamo, a livello neurologico, le basi per poter apprendere quei comportamenti che sarebbero utili per migliorare la nostra vita. Questo non significa che tu PUOI DIVENTARE QUALSIASI COSA se ti impegni, ma che di sicuro puoi diventare più di quello che sei adesso se inizi un percorso di crescita.

4. Non possiamo non comunicare

Comunichiamo di continuo, che lo vogliamo o meno. Anche il silenzio è comunicazione, la cui interpretazione corretta dipende da segnali di altro tipo, come per esempio dalla comunicazione non verbale e paraverbale.

5. Il significato di ciò che comunichiamo è la risposta che otteniamo.

Il modo per giudicare l’efficacia della nostra comunicazione non sta in ciò che volevamo dire, ma in ciò che gli altri capiscono. Siamo noi i responsabili della chiarezza della nostra comunicazione.

6. Se quello che facciamo non funziona, dobbiamo fare qualcosa di diverso

Alcune idee potranno sembrarci geniali, ma se poi nei fatti non funzionano, bisogna imparare a scartarle e trovare altre modalità per agire. Per fare qualcosa di diverso, è fondamentale apprendere quante più strategie possibile in modo da poter passare da una all’altra quando la strategia attuale è inefficace.

7. Il fallimento può è più utile ristrutturarlo come feedback

Se non tentiamo per paura del fallimento, limitiamo le nostre opportunità. Dobbiamo guardare a ogni tentativo come a un modo per ricevere feedback su cosa non funziona e per scoprire di conseguenza cosa produce risultati.

8. Più una persona è flessibile, più è probabile che ottenga ciò che desidera.

Come in natura, dove le creature più adattabili sono le più numerose, nel nostro mutevole e frenetico mondo è importante essere capaci di adattarsi alle circostanze che cambiano.

9. Avere scelte è meglio che non averne:

Uno degli scopi fondamentali della PNL è quello di metterci a disposizione una rosa di scelte e quindi più libertà.

I 3 requisiti per una comunicazione efficace

Prima abbiamo parlato del modello semplificato del cambiamento (modello in 3 punti) adesso tratteremo il modello della comunicazione efficace che si delinea nei seguenti tre punti:


1. Determinare l’esito che vogliamo ottenere-cosa voglio ottenere attraverso la mia comunicazione? Voglio essere capito- l’altro mi capisce? Voglio aiutare qualcuno a rilassarsi- quel qualcuno si sta rilassando?


2. Massima flessibilità di comportamento– quello che faccio funziona? Se non funziona ho altre scelte a mia disposizione per raggiungere il mio obiettivo?


3.Saper identificare quando abbiamo ottenuto il risultato desiderato– so dire quando la mia comunicazione ha creato l’effetto desiderato? Come faccio a saperlo? Se il mio intento era quello di spiegare un concetto potrei fare qualche domanda di verifica per appurare la comprensione dell’altra persona. Se il mio intento era quello di convincere una persona a fare x potrei osservare il suo comportamento per notare se faccia x oppure sia intenzionata a farlo.

La pragmatica della verità

Il filtro percettivo più influente sulla PNL è quello della pragmatica della verità. Tutti noi vediamo il mondo attraverso una struttura di valori (insieme delle nostre credenze, idee, valori, ecc.), ma la domanda è: COME FACCIO A SAPERE SE LA MIA STRUTTURA MENTALE È VALIDA (VERA)? Le mie idee sono vere? Cos’è la verità? Credo che chi faccia del bene agli altri otterrà a sua volta del bene? MA È VERO? Applicando la pragmatica della verità, possiamo affermare che: se la nostra struttura mentale genera dei comportamenti che ci portano a ottenere il risultato desiderato, allora possiamo affermare che la nostra struttura mentale è VERA per creare quegli strumenti. È vero ciò che funziona. Questo non è l’unico modo per concepire la verità; tuttavia, è il modo più utile ed è quello applicato dalla PNL.

Funziona davvero la PNL? Cos’è, come si usa e a chi serve.
Adrian Bradu
Adrian Bradu

Dotttore in scienze e tecniche psicologiche. Principalmente interessato alle tecniche di PNL, CBT, CNV e ipnosi. Attualmente in formazione per ottenere l'abilitazione di psicologo. Autore e fondatore di psicologiapragmatica.

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