Segnali di accesso oculari e processi interni

di Adrian Bradu
di Adrian Bradu
I segnali di accesso sono elementi verbali e non verbali che indicano il tipo di processo che avviene all’interno di una persona. Parole come “vedo”, “è chiaro” e “quadro completo” indicano l’accesso a una rappresentazione visiva, mentre parole come “ho una brutta sensazione” e “non mi fa provare nulla” indicano un accesso cinestesico. Oltre alle parole, possiamo notare a quale tipo di rappresentazione una persona accede in base al movimento dei suoi occhi. In questo articolo parlerò di come individuare il tipo di accesso in base al movimento degli occhi.

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Lo schema dei movimenti oculari

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Lo schema dei movimenti oculari

 

Alto sinistra – accesso a immagine/video creato. La persona sta creando un’immagine.

 

Alto destra – accesso immagine/ricordata. La persona sta ricordando un’immagine o un filmato.

 

Centrale sinistra – auditivo creato/dialogo interno. La persona sta creando una rappresentazione auditiva.

 

Centrale destra – auditivo ricordato/dialogo interno. La persona sta ricordando dei suoni del passato.

 

Basso sinistra – cinestesico. La persona ricorda/prova delle emozioni.

 

Basso destra – dialogo interno. La persona sta parlando a se stessa.

 

Oltre a questo, ci sono delle osservazioni molto importanti da fare sull’accesso visivo.

Osservazioni

 1.Sguardo in avanti sfocato indica che la persona sta visualizzando. Spesso per accedere con più’ forza a una rappresentazione si blocca il flusso di informazioni nella stessa rappresentazione ma di una modalità diversa. In questo caso per creare delle immagini interne la persona blocca(sfoca) le immagini che arrivano dall’esterno.

 1.Sguardo in avanti sfocato indica che la persona sta visualizzando. Spesso per accedere con più’ forza a una rappresentazione si blocca il flusso di informazioni nella stessa rappresentazione ma di una modalità diversa. In questo caso per creare delle immagini interne la persona blocca(sfoca) le immagini che arrivano dall’esterno.

 2. 3. La persona traccia le forme con lo sguardo – chi sta visualizzando potrebbe tracciare con lo sguardo le forme degli oggetti che sta visualizzando come se fossero davanti a lei.

Differenze individuali

Non tutte le persone tendono a utilizzare i movimenti di accesso oculari come indicati nello schema sopra. Può capitare che una persona abbia invertita la creazione delle immagini con il loro ricordo oppure che le immagini siano sul piano medio. Per questo è importante fare la calibrazione prima di procedere con il lavoro. Calibrare significa capire come la persona che abbiamo davanti accede alle immagini, suoni e sensazioni. Questo si può fare utilizzando delle domande mirate.

Sistema di guida, rappresentazione e riferimento

Esiste una distinzione molto importante. Non tutti i segnali di accesso appartengono alla stessa categoria. È importante distinguere i segnali di accesso che indicano un sistema di guida e il sistema rappresentazionale.

 

Sistema di guida – indica come la persona elabora l’informazione. Nelle persone che hanno un marcato sistema di guida, esso precede la ricerca di quasi tutte le altre rappresentazioni. Ad esempio, se chiedessimo a qualcuno che emozioni prova quando fa una doccia fredda, ci aspetteremmo un accesso di tipo cinestesico; tuttavia, potremmo notare che quella persona ha un accesso uditivo. Questo potrebbe accadere perché la persona prima ripete la nostra domanda nella sua testa, poi va alla ricerca della sensazione.

 

Sistemi rappresentazionali – i sistemi che indicano gli elementi di una strategia vengono comunicati con gli occhi, i predicati verbali, ma anche attraverso la postura, il respiro, i gesti, ecc.

 

Sistema di riferimento – il sistema che ci dice se quello che sappiamo è vero oppure no. È sempre cinestesico, chiamato anche cinestesico valutativo.

I segnali di accesso e il cambiamento terapeutico

Quando una persona parla o vive il suo problema avrà una determinate sequenza di accessi a varie rappresentazioni. In seguito a un lavoro terapeutico sapremo se il lavoro ha funzionato se noteremo una sequenza diversa di fronte allo stesso stimolo (mentale o reale). Ad esempio una persona potrebbe avere la seguente strategia: crearsi un’immagine (sguardo in alto a sinistra) alla quale reagisce con palpitazione, sudorazione, respiro irregolare e continua a dire a sé stessa (dialogo interno) che non riuscirà mai a superare questo problema. Se dopo aver lavorato con questa persona al problema le chiediamo di ricreare la stessa immagine e notiamo un rilassamento allora possiamo avere la conferma che il lavoro fatto ha funzionato.

Creare rapport rispecchiando i segnali di accesso

Possiamo rispecchiare i predicati verbali attraverso la nostra stessa comunicazione.
A: quando lo vedo provo un senso di ansia e mi dico che la cosa deve cambiare
B: la sua immagine provoca in te una forte reazione negativa e sei consapevole che hai bisogno di cambiare questo tuo modo di reagire.

 

In questo caso si ripete quello che è stato detto cambiando alcuni termini. Questo serve per creare rapporto facendo passare alla persona che abbiamo compreso quello che ha detto. Importante anche utilizzare un linguaggio del corpo coerente con ciò che comunichiamo a parole.

 

Possiamo creare rapport anche utilizzando i segnali di accesso oculari rispecchiando i movimenti di chi abbiamo di fronte.
A: mi chiedo se la cosa ha senso (sguardo in basso a destra) ma non vedo alcuna soluzione (sguardo in avanti sfocato).
B: cerchi di dare un senso a tutto ciò (sguardo in basso a destro) ma non hai ancora una risposta (sguardo in avanti sfocato).

Segnali di accesso oculari e processi interni
Adrian Bradu
Adrian Bradu

Dotttore in scienze e tecniche psicologiche. Principalmente interessato alle tecniche di PNL, CBT, CNV e ipnosi. Attualmente in formazione per ottenere l'abilitazione di psicologo. Autore e fondatore di psicologiapragmatica.

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