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A cosa serve?
Questa strategia viene impiegata quando una persona non riesce ad accedere a una particolare modalitĂ sensoriale. L’obiettivo è quello di aiutarla ad esplorare nuove dimensioni dell’esperienza a partire da una dimensione con cui la persona ha familiaritĂ . Ad esempio, potrebbe capitare che qualcuno riesca a visualizzare una scena ma non riesca a provare alcuna emozione o a sentire alcun suono guardando l’immagine mentale. Oppure, qualcuno potrebbe sentire mentalmente un certo suono ma non riuscire a creare una rappresentazione visiva della fonte di quel suono. L’aggiunta di sistemi rappresentazionali per sovrapposizione ha proprio l’obiettivo di rendere l’esperienza interna completa aggiungendo le dimensioni mancanti.
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Come usarla?
a. Notare se il cliente, nel rappresentarsi un’esperienza, non riesce ad accedere a una dimensione di tale esperienza.
b. Trovare un punto di sovrapposizione tra il sistema rappresentazionale che il cliente riesce ad utilizzare e il sistema rappresentazionale che il cliente non riesce ad utilizzare.
c. Sviluppare la rappresentazione mancante a partire da quella presente.
Esempio
Caso di Francesco
Francesco ha paura di fare X perchĂ© sente sempre una voce in testa che lo critica e gli dice che è incapace. Francesco è consapevole della voce, del suo tono, ritmo, direzione, ecc. ma non è consapevole, ad esempio, di chi sta parlando. Con la tecnica della sovrapposizione si puĂ² chiedere a Francesco di sentire quella voce e poi individuare la direzione da cui sta arrivando, per poi cercare di immaginarsi la bocca da cui arriva la voce e poi ricostruire le volte e lentamente tutto il corpo.
In questo caso abbiamo sovrapposto la voce con la fonte da cui arriva la voce (la bocca).
A cosa serve?
Portare un’esperienza da un sistema all’altro in modo da permettere al cliente di affrontarla meglio. Ad esempio, trasformare una sensazione in un’immagine. Questa tecnica viene ampiamente utilizzata nella terapia gestaltica, dove al paziente viene chiesto di proiettare su una sedia vuota una particolare sensazione che sta provando, per poi instaurare un dialogo con questo dolore.
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Come usarla?
1. Individuare il sistema rappresentazionale a cui la persona attribuisce il valore piĂ¹ elevato riguardo al problema che si intende trattare.
2. Creare un’esperienza in cui il cliente trasforma la rappresentazione attuale in una rappresentazione di una modalitĂ diversa. Ad esempio, trasformare un forte senso di dolore che sta provando in un’immagine o in una persona.
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Esempio:
Dal cinestesico al visivo.
Una persona prova un grandissimo senso d’ansia che la paralizza, riesce ad avere una rappresentazione molto approfondita delle sensazioni che sta provando e dell’impatto che hanno su di sĂ©. Questa persona viene invitata a immaginarsi che tutta l’ansia che prova è come un fumo nero che questa persona puĂ² portare fuori dal suo corpo e condensare davanti a sĂ© all’interno di un’immagine. Poi viene chiesto alla persona di guardare l’immagine e di dirci cosa sta vedendo. In questo caso abbiamo trasformato una rappresentazione cinestesica in una visiva.
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Dal visivo, auditivo e cenestesico all’auditivo digitale.
Il linguaggio rappresenta un processo attraverso il quale trasformiamo le immagini, suoni e le sensazioni delle nostre esperienze in parole. Noi non viviamo parole ma possiamo trasmettere il nostro vissuto a qualcuno attraverso le nostre parole. Il processo stesso della comunicazione è una trasformazione della propria esperienza.
A cosa serve?
Questa tecnica viene utilizzata per migliorare l’intercomprensione. L’obiettivo è quello di aiutare la persona A a capire la persona B trasformando l’esperienza di B in una modalitĂ che sia comprensibile per A, dato i suoi sistemi percettivi.
Strategia
1. Individuare la lamentela che A comunica nei confronti di B. Individuare l’emozione che A prova quando si lamenta con B di un suo comportamento.
2. Trovare un contesto in cui B proverebbe la stessa emozione di A se si comportasse in un certo modo.
3. Chiedere a B di immaginarsi come si sentirebbe se A facesse Y nel contesto rilevante per B.
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Esempio
Problema di pulizia nella relazione di coppia
Quando Marco torna a casa dal lavoro, lascia le cose in giro per la casa. La sua compagna, quando ritorna piĂ¹ tardi di lui, vede tutto il disordine in giro e questo la fa provare rabbia. Ha detto tante volte a Marco di mettere le cose al loro posto, ma lui non capisce perchĂ© per lei è così importante avere sempre le cose ordinate in modo “perfetto”. Discutendo con Marco, scopro che lui tiene tantissimo all’ordine quando si tratta della sua passione di modificare le macchine. Nel suo garage, ogni cosa è messa al suo posto in modo che lui possa trovarla.
AffinchĂ© Marco comprenda ciĂ² che prova la sua compagna, gli viene chiesto di immaginarsi di entrare nel suo garage e di trovare le sue cose ovunque, disordinate. Gli viene detto di guardare questo filmato mentale e di provare quello che provrebbe. Poi gli viene detto che questa emozione è esattamente ciĂ² che prova la sua compagna quando vede il disordine che lui lascia in giro.
Questa strategia serve a rendere Marco consapevole dell’effetto che le sue azioni hanno utilizzando un’esperienza che lui riesce a raffigurarsi in modo molto chiaro: il disordine nel suo garage.
A cosa serve?
Serve a creare un rapporto con una persona, il quale significa creare un senso di fiducia. Creare un rapporto è la cosa piĂ¹ importante in terapia, senza di esso non è possibile fare alcun lavoro di cambiamento. La concordanza dei predicati è uno dei tanti modi che possiamo utilizzare per creare un rapporto.
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Strategia
1. Ascoltare i predicati verbali che una persona sta usando.
2. Parafrasare e rivolgersi alla persona utilizzando gli stessi predicati verbali.
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Esempio:
Cliente: Non riesco a vedere una soluzione e questo mi angoscia.
Terapeuta: Per sentirsi sereno, hai bisogno di vedere con chiarezza quale potrebbe essere la soluzione a questo problema.
Commento: “Angoscia” è diventato “sentirsi sereno”, che sono due rappresentazioni cinestesiche. “Non riesco a vedere” è diventato “vedere con chiarezza”, che sono due rappresentazioni visive.
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Le quattro tecniche descritte in questo articolo sono solo 4 gocce all’interno dell’oceano di tecniche esistenti. Ăˆ importante conoscerle e utilizzarle al momento opportuno. Nel caso in cui non funzionassero, è utile utilizzare altre tecniche. Per poterle usare, prima bisogna avere un’ottima padronanza dei sistemi rappresentazionali.
Dotttore in scienze e tecniche psicologiche. Principalmente interessato alle tecniche di PNL, CBT, CNV e ipnosi. Attualmente in formazione per ottenere l'abilitazione di psicologo. Autore e fondatore di psicologiapragmatica.
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