Linguaggio del corpo: Introduzione e categorie principali

Indice

Introduzione

In questo post parlerò della comunicazione non verbale (CNV) chiamata anche linguaggio del corpo. Nei rapporti interpersonali conta non solo quello che viene detto ma anche i parametri vocali, il contesto in cui la comunicazione avviene, i movimenti del corpo dell’altro, la cultura, il contesto sociale e storico ecc. Tutti questi elementi convergono per dotare la comunicazione di un significato compiuto.

Comunicazione logica e analogica.

Nell’ambito della comunicazione possiamo fare una prima distinzione tra la comunicazione digitale e analogica.

 

Logica– utilizzazione delle parole che sono stimoli che richiamano alla coscienza parte della nostra esperienza. Comunicazione dettata da precise regole grammaticali e da una sintassi. Alcuni delle sue funzioni sono: organizzare i propri pensieri, descrivere le cose, fare affermazione ecc. Attraverso la comunicazione digitale possiamo anche esprimere concetti astratti.

 

Analogica-è la manifestazione fisiologica di un processo neurologico spesso sotto la soglia della coscienza. Tradotto: se provo rabbia il mio volto diventerà rosso. Il rossore è la manifestazione fisica di un processo neurologico(la rabbia). Io potrei essere consapevole o meno del fatto che il mio volto sia rosso.

La caratteristica principale della comunicazione analogica è che non è possibile che essa non avvenga. Una persona, anche se in silenzio, continua a comunicare, non con le sue parole ma con il suo corpo. Noi che abbiamo di fronte una persona in silenzio potremmo pensare che non ci comunichi nulla ma se affinassimo la nostra capacità di lettura del linguaggio analogico potremmo notare che qualcosa venga comunicato.
Fanno parte della comunicazione analogica: i gesti, la prossemica e la paralinguistica.

I gesti nella comunicazione analogica

Emblemi

Sono quei gesti che hanno una traduzione verbale immediata come ad esempio il gesto delle corna oppure l’ok. Vengono prodotti in modo consapevole e hanno la funzione di sostituire o complementare il discorso. Vengono elaborati dalla stessa parte del cervello che elabora il linguaggio.

Illustratori

Sono prodotti durante un discorso e illustrano ciò che viene detto. Ad esempio Le BACCHETTE servono per battere il tempo nel discorso e enfatizzare le parole. I gesti DEITTICI vengono usati per indicare collocazioni spaziali come ,,Qui,, , ,, La,, ecc. Possono essere prodotti in modo consapevole e non. I gesti SPAZIALI descrivono le relazioni spaziali. I CINETOGRAFICI esprimono azioni del corpo mentre i FOTOGRAFICI delineano la sagoma di ciò a cui vengono riferiti. Indicare il segno della pancia parlando di una donna incinta oppure alzare una mano sopra la testa parlando di una persona molto alta.

Regolatori

Gesti che mantengono e regolano l’alternarsi di turni in una conversazione. Ad esempio alzare leggermente il volume verso la fine di una frase e proseguire con una pausa per dare tempo all’altro di inserirsi nel discorso.

Affect-display

Movimenti dei muscoli facciali e corporei associati ad emozioni primarie. Fanno parte di questa categoria le macroespressioni e microespressioni delle sette emozioni universali: rabbia, tristezza, disprezzo, sorpresa, disgusto, paura e gioia. La macroespressioni sono espressioni facciali complete mentre le micro sono espressioni che possono coinvolgere solo una parte del volto come ad esempio comprimere le labbra quando si prova rabbia ma senza che ci siano altri movimenti nei muscoli del volto.

Adattatori

Sono quei gesti frutto di uno sforzo di adattamento per soddisfare i bisogni psichici e fisici. Possono esprimere emozioni atte a mantenere o sviluppare contatti personali. Ne fanno fare i gesti di autoconforto (abbracciare un cuscino) e le azioni deviate (esprimere la rabbia strappando un foglio o sbattendo una porta al posto di confrontare lo stimolo innescante).

Rivelatori

Chiamato anche con il nome di lapsus gestuali. Non sono prodotti in modo intenzionale e quando vengono prodotti sono sempre in forma parziale. Sono un mix tra emblemi e adattatori.

Altro modo di classificare

Ho notato che per facilitare la lettura del proprio linguaggio del corpo e altrui e più facile utilizzare un altro criterio di classificazione. I Regolatori, affect-display, adattatori e rivelatori possono essere suddivisi in quattro categorie di gesti:

 

1.Attenzione interesse e disponibilità.

 

2.Ansia, paura, scarico della tensione, fuga e imbarazzo.

 

3.Autoconforto.

 

4.Dominanza e aggressività e sfida.

 

5.Fastidio, perpressità e rifiuto.

 

In questo articolo puoi vedere nell’dettaglio alcuni esempi di gesti appartenenti a ognuna delle cinque categorie.

La prossemica

Tratta il rapporto uomo-spazio e uomo-oggetti.
I gesti appartenenti a questa categoria servono per comunicare varie intenzioni. Le principali sono:

 

1.Grandezza psicologica del corpo- assumendo posizione aperte, semi-aperte (braccia aperte e gambe incrociate) e chiuse(gambe e braccia incrociate).

 

Marcare il territorio– hanno la funzione di aumentare la sicurezza psicologica e farci provare un senso di stabilità. Esempi: lasciare un oggetto proprio sulla sedia per comunicare che quella sedia è nostra.

 

Difesa/appartenenza- questi gesti si rifanno al detto ,, toccare significa possedere,,. Il tocco può denotare l’esistenza di un’intimità psicologica tra le persone o appartenenze in caso del tocco di un oggetto.

 

Distanze interpersonali: insieme di gesti che regolano la distanza tra due o più individui. Le zone psicologiche sono quattro: zona intima, personale, sociale e pubblica. Nella zona intima è possibile percepire il calore e l’odore della persona.

 

Alcuni dei parametri che vanno a regolare le distanze interpersonali sono:

 

Il carattere- estroverso/introverso. Le persone introverso potrebbero sentirsi a loro agio mantenendo una distanza maggiore tra loro e l’interlocutore mentre chi è più estroverso potrebbe cercare un contatto più ravvicinato.

 

Posizione sociale- le persone che hanno uno status maggiore sono più propense ad invadere lo spazio altrui.

Il contatto

Ci sono due tipologie di contatto:

 

Autocontatti– quando ci tocchiamo. Hanno la funzione di ricercare il conforto ma anche di scaricare uno stato di tensione dovuto a imbarazzo o ansia. Alcuni esempii: abbracciare noi stessi, chiudere il pollice dentro la mano, abbracciare un oggetto, giocare con i capelli ecc.

 

Eterocontatti– il toccare gli altri con l’obiettivo di rassicurare l’altro, conferire un senso di protezione, comunicare possesso, catturare l’attenzione oppure esprimere dominanza.

 

L’effetto del contatto dipende da alcuni fattori: la nostra attrattività, il grado di confidenza e la percezione conscia o inconscia del tocco.

Regole di lettura della CNV

Complesso

I gesti non vanno mai letti singolarmente sempre insieme ad altri gesti. Labbra compresse non indicano rabbia ma potrebbero indicarla se associate ad un certo tono di voce e movimenti del corpo.

Coerenza

La comunicazione non verbale e paraverbale hanno sempre la priorità sulla comunicazione verbale questo perché sono molto più difficili da simulare e tengono, con maggiore facilità, a palesare il vero stato d’animo di un individuo.

Contesto

I gesti vanno letti sempre prendendo in considerazione il contesto storico e sociale in cui vengono prodotti. Culture diverse attribuiscono significati diversi ai gesti.

Atti idiosincratici

Sono quei gesti caratteristici di un individuo. Qualcuno quando prova uno stato leggero d’ansia potrebbe avere delle contrazioni nella zona del naso, come un tic oppure qualcun altro potrebbe muovere le mani in un certo modo quando prova una grandissima gioia. Questi gesti vanno scoperti conoscendo meglio la persona.

Linguaggio del corpo: introduzione
Adrian Bradu
Adrian Bradu

Dotttore in scienze e tecniche psicologiche. Principalmente interessato alle tecniche di PNL, CBT, CNV e ipnosi. Attualmente in formazione per ottenere l'abilitazione di psicologo. Autore e fondatore di psicologiapragmatica.

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Tutto è comunicazione, anche il silenzio. La comunicazione digitale tratta le parole mentre la comuncazione analagocia i segnali non verbali e paraverbali.

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